“Coldiretti Piemonte: appello all’industria dolciaria affinché scelga latte, uova e derivati del territorio per sostenere il Made in Italy e garantire trasparenza e salubrità ai consumatori”
42 miliardi di euro il valore dell’import alimentare italiano. Dalla carne al frumento, al pesce per arrivare anche al latte. Di quest’ultimo ne vengono importate, soprattutto dalla Germania e dalla Slovenia, 8 milioni di tonnellate con un incremento, nel 2016, del 15 per cento rispetto al 2015. Gran parte del latte viene impiegato per le preparazioni di dolci, gelati, prodotti da forno. Il mercato italiano di questi ultimi si attesta, infatti, su oltre 1 milione di tonnellate e per la produzione impiega 168 mila tonnellate di materie prime lattiero casearie e 1 milione e 400 mila tonnellate di latte liquido, per quanto riguarda il gelato il mercato è di oltre 950 mila tonnellate e per la produzione utilizza 143 mila tonnellate di materie prime lattiero casearie e 1 milione e 600 mila tonnellate di latte liquido. Di latte in polvere vengono importate nel nostro Paese 80 mila tonnellate di cui il 20 per cento arriva in Piemonte, in particolare, dalla Germania, dalla Francia e dalla Nuova Zelanda. L’Italia, inoltre, ha importato nel 2016 38,1 milioni chili di uova fresche di galline e 11 milioni di ovoprodotti.
“Si tratta di ingredienti alla base delle preparazioni degli alimenti per i neonati, i bambini e per tutti i prodotti da forno e non solo, come i gelati, per cui è assolutamente necessario valorizzare la filiera italiana affinché si possa garantire ai consumatori la salubrità e la genuinità, oltre a dare un importante impulso all’economia del territorio – sottolineano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – A tal proposito, è opportuno che le varie industrie dolciarie piemontesi scelgano i prodotti 100% Made in Piemonte ed in Italy, frutto del lavoro dei nostri imprenditori. Da qui scaturisce l’impegno che abbiamo preso per verificare la costruzione di una nuova filiera al fine di sostenere il consumo di latte in polvere italiano, sensibilizzando così tutti gli attori della filiera stessa”.
Con il via all’etichettatura d’origine obbligatoria per il latte Uht ed i suoi derivati, partita definitivamente lo scorso 19 aprile, si è aperta una vera stagione di trasparenza per l’intero comparto lattiero-caseario Made in Piemonte. “La stessa cosa – sottolineano Revelli e Rivarossa – deve avvenire per le uova in guscio dove l’indicazione di origine è presente ma è necessario migliorarne la visibilità e la leggibilità non limitandosi ai codici, mentre bisogna togliere dall’anonimato gli ovoprodotti ed i derivati e rendere finalmente pubblici i flussi commerciali di tutte le materie prime provenienti dall’estero. Siamo pronti – concludono – ad implementare e a garantire alle oltre 50 industrie dolciarie piemontesi gli strumenti idonei per attivare filiere che valorizzino davvero il Made in Italy”.