Agrofarmaci, Confagricoltura, Agrofarma e Compag: «Dare priorità alla scienza. Impegno per la sostenibilità ambientale»

“Non esiste la buona o la cattiva chimica, esiste il suo corretto utilizzo ed a questo devono puntare le imprese e le istituzioni. In quest’ottica è fondamentale la ricerca perché l’obiettivo deve rimanere quello di produrre con sempre maggiore sostenibilità ambientale”. Lo ha ribadito Confagricoltura nel corso del convegno “Tecnologie e strumenti a supporto dell’agricoltura: scienza e ragione alla base di ogni decisione”, che si è tenuto presso l’Hotel Nazionale a Roma, con la partecipazione di Federchimica-Agrofarma  e Compag.

Produttori, commercianti ed utilizzatori dei prodotti fitosanitari hanno ricordato come le nuove tecniche produttive in agricoltura – che si basano sulla produzione integrata, sull’agricoltura di precisione, sull’agricoltura conservativa, sulla ricerca di nuovi principi attivi a livello industriale – permettano di ridurre sempre di più le dosi di impiego con effetti protettivi selettivi e mirati. L’Italia si conferma un paese all’avanguardia in Europa e le indagini condotte sui residui dal ministero della Salute mostrano, ormai da diverso tempo, trend positivi (la percentuale dei campioni non conformi ai limiti di legge è di circa l’1% a fronte dell’1,6% della media europea).

Tra gli ospiti intervenuti nella giornata vi sono stati esponenti delle istituzioni, del mondo della ricerca e dell’agroindustria. Le relazioni scientifiche sono state tenute dai docenti Andrea Sonnino, Angelo Moretto e Michele Pisante. Nel corso dell’evento anche la tavola rotonda, moderata da Josephine Alessio di RaiNews, alla quale hanno partecipato  i presidenti delle tre associazioni coinvolte insieme ad esponenti politici, tra cui il presidente della Commissione Agricoltura del Senato Roberto Formigoni, il vicepresidente dell’analoga Commissione della Camera Massimo Fiorio e il membro della Commissione della Camera Istruzione, Scienza e Cultura Nunzia De Girolamo, insieme a Carlo Maria Medaglia del ministero dell’Ambiente.

«Lo sviluppo tecnologico delle aziende deve avvenire – ha osservato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – con una forte propensione alla sostenibilità e, a conferma, si individua il bisogno di realizzare in concreto il concetto di agricoltura “smart”, intelligente, che sia allo stesso tempo sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e climatico. In quest’ottica è essenziale l’agricoltura di precisione».

«Gli agrofarmaci possono a pieno titolo essere considerati un fattore essenziale per l’agricoltura nazionale, se vuole continuare ad essere moderna e sostenibile. Il comparto degli agrofarmaci è caratterizzato da una forte vocazione alla ricerca e sviluppo. Le imprese investono in tale ambito, in media, il 6% del loro fatturato: oltre 50 milioni di euro l’anno. L’impegno dell’Industria nella ricerca, nell’innovazione e nella divulgazione di buone pratiche agricole ha reso i prodotti estremamente sicuri per la salute e l’ambiente». Lo ha detto Alberto Ancora, presidente di Federchimica – Agrofarma che ha poi sottolineato come «sia fondamentale portare una informazione corretta  ai consumatori troppo spesso lasciati in balia di notizie inutilmente allarmistiche e di scarsa valenza scientifica. Su questo le Istituzioni possono fare molto per promuovere in agricoltura uno sviluppo sostenibile basato su innovazione, scienza e certezza delle regole».

«È necessario fornire ulteriore impulso alla ricerca per ottimizzare soprattutto le tecniche di produzione integrata – ha commentato il presidente di Compag, Fabio Manara –  ed innescare un’evoluzione dall’attuale sistema basato sulla mera selezione dei prodotti che obbliga ad agire spesso in deroga con conseguenze negative anche sotto l’aspetto logistico, oltre che a tradire lo spirito ed il principio su cui si basa lo stesso processo».

In estrema sintesi gli agrofarmaci – è emerso nel corso dell’incontro di Confagricoltura, Agrofarma e Compag – possono a pieno titolo essere considerati un fattore essenziale per l’agricoltura nazionale, se vuole continuare ad essere moderna e sostenibile.

Per tale motivo è indispensabile che i decisori politici italiani ed europei adottino scelte consapevoli sugli importanti dossier che sono in discussione a Bruxelles, a partire dal glifosate. Altrimenti è concreto il rischio che l’agricoltura si troverà sempre più in difficoltà, potendo disporre di un numero sempre minore di principi attivi per la protezione delle colture e ciò anche a fronte di indicazioni da parte degli organismi scientifici dell’Unione Europea, deputati alla valutazione delle sostanze, che non evidenziano pericoli per la salute umana.

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