Robert Fisk: “Non ci sono prove che ci sia stato un attacco chimico”
Robert Fisk è un noto giornalista britannico corrispondente dal Medio Oriente per la famosa testata giornalistica ‘The Independent’. Fisk ha scritto diversi libri e fatto diversi reportage sulla precaria ed instabile situazione della regione e ultimamente ha parlato molto anche della #guerra civile che da diversi anni attraversa la Siria [VIDEO] e vede contrapposto il governo guidato da Bashar al Assad all’eterogeneo movimento dei ribelli.
Il giornalista sull’attacco di Douma: ‘Non c’è nessuna prova dell’utilizzo di armi chimiche’
Stando a quanto riportato in un articolo pubblicato sul sito web L’Inchiesta, il reporter inglese ha sostenuto che il recente attacco presumibilmente compiuto dall’esercito governativo siriano a Douma non sia stato chimico [VIDEO].
Per essere più precisi, Fisk ha argomentato questa sua posizione in un articolo sull’Indipendent che è stato tradotto anche dal noto sito web italiano di controinformazione ‘Come Don Chisciotte.org.
‘Fake news occidentale’ o ‘propaganda’ per il regime siriano e la Russia?
La posizione di Fisk sugli attacchi di Douma è stata criticata da alcune testate giornalistiche, tra cui l’italiano Il Foglio. Su ciò, c’è da dire che secondo i critici le posizioni del noto giornalista inglese siano ultimamente alquanto ‘conformi’ ad una certa ‘narrazione propagandistica’ sulla guerra in #Siria diffusa dal governo russo e dallo stesso regime di Assad. Di diverso parere sono invece i sostenitori di Fisk e delle sue tesi, che sostengono che invece la ‘propaganda’ sarebbe più che altro quella diffusa dai mass media e dai governi occidentali e non raramente ‘schierata’ con le istanze dei ribelli siriani.
Su tale diatriba ci sarebbe da dire che effettivamente la guerra in Siria così come tutte le guerre è caratterizzata fortemente dall’utilizzo della propaganda e delle #Fake News usate per finalità di consenso e di pura ‘demonizzazione del nemico’. Inoltre, non si può non segnalare che è abbastanza notorio che il governo russo e quello siriano abbiano costruito delle potenti ed efficaci ‘macchine di propaganda’ e d’altronde è pur vero che la ‘narrazione’ diffusa da diversi media occidentali è stata sino ad ora alquanto ‘poco parziale’ e non raramente basata su interessi non propriamente ‘umanitari’.
Il fatto è che ci sarebbe bisogno di un’informazione maggiormente libera, indipendente e consapevole sui tragici fatti che interessano la nazione araba.